For the English version, please scroll down. Thank you, Elena for the
Italian!
Un intero team di scienziati italiani,
guidati da Claudia
Agnoli, ha appena pubblicato una
nuova posizione sulle diete vegetariane [e vegane] della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Il resoconto dettagliato
è stato pubblicato sul numero di dicembre 2017 della rivista scientifica
"Nutrition, metabolism, and cardiovascular diseases".
Non che io sappia nulla della situazione
della scienza nutrizionale in Italia, ma la SINU sembra essere l'organizzazione
di scienze nutrizionali più autorevole in Italia. E sono felice di poter
condividere il link al loro sito web nel mio libro “Nutrizione
vegana”.
Ecco un estratto del “Position paper on vegetarian diets
from the working group of the Italian Society of Human Nutrition”:
“BACKGROUND:
L’interesse
per le diete vegetariane sta crescendo in Italia e altrove, poiché le agenzie governative e le
organizzazioni sanitarie specializzate nel campo della nutrizione sottolineano
che il consumo regolare di alimenti vegetali può fornire benefici per la salute
e aiutare a prevenire determinate malattie.
METODI E RISULTATI:
Abbiamo condotto una ricerca in Pubmed,
fino a settembre 2015, sugli studi effettuati sui nutrienti chiave (proteine,
vitamina B12, ferro, zinco, calcio, vitamina D e acidi grassi n-3) nelle diete
vegetariane. Da 295 pubblicazioni idonee è emerso quanto segue: I vegetariani dovrebbero essere
incoraggiati a integrare la loro dieta con una fonte affidabile di vitamina B12
(alimenti o integratori vitaminizzati).
Poiché la digeribilità delle proteine
vegetali è inferiore a quella delle proteine animali, potrebbe essere
appropriato per i vegetariani consumare più proteine rispetto a quelle
raccomandate per la popolazione che segue una dieta onnivora. I vegetariani
dovrebbero anche essere incoraggiati a consumare abitualmente buone fonti di calcio, ferro e zinco –
in particolare verdure a
basso contenuto di ossalato e fitati (come ad esempio le Brassicaceae,
note anche come crofifere), noci e semi e acqua minerale ricca di calcio. La
biodisponibilità di calcio, ferro e zinco può essere migliorata mediante
ammollo, germinazione e lievitazione dell’impasto acido. Questi procedimenti
riducono il contenuto di fitato di legumi e cereali. I vegetariani possono
garantire un buono stato di acidi
grassi n-3 consumando abitualmente buone fonti di acido α-linolenico (noci, semi di lino, semi di chia
e i loro oli) e limitando l’assunzione di acido linoleico (olio di mais
e girasole).
CONCLUSIONI:
Le
diete vegetariane ben pianificate, che includono un’ampia varietà di cibi
vegetali e una fonte affidabile di vitamina B12, forniscono un’adeguata
assunzione di nutrienti. Le agenzie governative e le
organizzazioni sanitarie specializzate in nutrizione dovrebbero fornire
maggiori risorse educative per aiutare gli italiani a consumare diete
vegetariane nutrizionalmente adeguate.”
Gli autori non usano esplicitamente la
parola “vegan”, includendo le diete vegane tra quelle vegetariane. Sono
d’accordo con l’utilità di tale definizione. Loro scrivono:
“[...] ci sono due tipi principali di
dieta vegetariana:
(a) il lacto-ovo-vegetarianismo
[...]
e
(b) il veganismo
[...]”
Giusto per evitare di fare confusione (e
sentirmi più furbo) aggiungo che la parola “veganismo” ha definizioni diverse:
Veganismo:
(1) una
dieta vegana [Molti vegani non amano questa definizione e quindi molti di
noi la evitano.]
(2) uno
stile di vita vegano [compresa la dieta ma anche il non acquisto di pelle,
piume o altri prodotti animali].
(3) un’etica
vegana, una posizione etica secondo cui tutti gli animali senzienti
dovrebbero essere trattati con rispetto e dovrebbe essere applicata a loro la
stessa moralità e gli stessi concetti di “giustizia” applicati alla specie
umana.
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A whole team of Italian scientists
led by Claudia Agnoli has just published a new position paper on vegetarian [and
vegan] diets by the Italian Society
of Human Nutrition (Societá Italiana de Nutrizione Umana or SINU for short). The position paper was
published in the December 2017 issue of the scientific journal Nutrition, metabolism, and cardiovascular
diseases.
Not that I know anything about the
nutritional science “scene” in Italy, but SINU seems to be the major nutritional sciences organization in Italy. And I’m happy
to have a link to their website in my oh so popular Italian vegan nutrition
book “Nutrizione vegana”.
Here is the abstract (summary) of
the “Position paper on vegetarian diets
from the working group of the Italian Society of Human Nutrition”:
“BACKGROUND:
Interest in vegetarian diets is growing in Italy and elsewhere, as government agencies and
health/nutrition organizations are emphasizing that regular consumption of
plant foods may provide health benefits and help prevent certain diseases.
METHODS AND RESULTS:
We conducted a Pubmed search, up to
September, 2015, for studies on key nutrients (proteins, vitamin B12, iron,
zinc, calcium, vitamin D, and n-3 fatty acids) in vegetarian diets. From
295 eligible publications the following emerged: Vegetarians should be encouraged to supplement their
diets with a reliable source of vitamin B12 (vitamin-fortified foods or
supplements).
Since the plant protein digestibility is lower than that
of animal proteins it may be appropriate for vegetarians to consume more
proteins than recommended for the general population. Vegetarians should also
be encouraged to habitually consume good sources of calcium, iron and zinc - particularly vegetables that are low in
oxalate and phytate (e.g. Brassicaceae), nuts and seeds, and calcium-rich mineral water.
Calcium, iron, and zinc bioavailability can be improved by soaking,
germination, and sour-dough leavening that lower the phytate content of pulses
and cereals. Vegetarians can ensure good n-3 fatty acid status by habitually consuming good
sources of a-linolenic acid (walnuts,
flaxseeds, chia seeds, and their oils) and limiting linoleic acid intake
(corn and sunflower oils).
CONCLUSIONS:
Well-planned vegetarian diets that include a wide variety of plant
foods, and a reliable source of vitamin B12, provide adequate nutrient intake. Government agencies and health/nutrition organizations
should provide more educational resources to help Italians consume
nutritionally adequate vegetarian diets.”
The authors do not explicitly use
the word “vegan” but they do define vegan diets as one subgroup of vegetarian
diets. I agree with the usefulness of this definition.
They write:
“[…] there are two main types of
vegetarian diet:
(a) Lacto-ovo-vegetarianism […]
And
(b) Veganism [...]”
Just to avoid confusion (and feel
smart) I add that the word “veganism” has different definitions:
Veganism:
(1) a vegan diet [I like many vegans tend to not like this definition
and therefore many of us avoid it.]
(2) a vegan lifestyle [including diet but also not buying leather,
feathers, or any other animals products.]
(3) a vegan ethic, an ethical position that all sentient animals should
be treated with respect, and that the morality and concepts of “justice” should
be applied to these animals, too – not just to members of the human species.
Reference:
C. Agnoli, L. Baroni, I. Bertini, S.
Ciappellano, A. Fabbri, M. Papa, N. Pellegrini, R. Sbarbati, M.L. Scarino, V.
Siani, S. Sieri: Position paper on vegetarian diets from the working group of
the Italian Society of Human Nutrition. Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2017
Dec;27(12):1037-1052. doi: 10.1016/j.numecd.2017.10.020. Epub 2017 Oct 31.